Le origini della morale nella storia dei primordi
dell’umanità . (1 pezzo)
Le prime tracce della
morale nella storia dell’umanità le
troviamo prima del diluvio e non sono tracce propriamente umane ma legate ad
esseri angelici, a dei cherubini alati con una spada folgorante incaricati di
vigilare affinchè l’uomo non diventasse il padrone del bene e del male sulla
terra (Gen3,23) . Dei guardiani armati dell’uomo dovevano vegliare
soprattutto sui suoi pensieri prima che su i suoi atti, in modo che non divenisse autonomo circa il bene e il male
nella sua azione e nei suoi comportamenti . Non era prevista alcuna legge scritta , né
alcun paletto proibitivo esplicito alle
origini dell’umanità .Così avvenne che Caino uccise il fratello ma
restò impunito e generò figli e figlie per diverse generazioni senza presentare il conto a nessuno davanti
agli uomini . E’ chiaro che nella Genesi la discendenza femminile di Adamo
all’inizio non era nemmeno nominata perché le donne vengono dette “ figlie
degli uomini “ ( Gen. 6,1), mentre gli
uomini vengono chiamati "Figli di Dio" , in seguito invece verrà dato
anche alle donne un nome e ne sarà segnalata la nascita nella
discendenza dei patriarchi . E, non essendoci una proibizione esplicita nella
legge , un fratello poteva prendere in moglie una sorella per formare una
famiglia e avere figli e figlie che
popolassero la terra , secondo l’ordine di Dio impartito ad Adamo . L’uomo era
ancora integro anche sul piano fisico
oltre che sul piano della morale naturale , ecco che da una sola coppia è stata
generata l’umanità intera come dice la bibbia .
Non c’era una la
legge scritta e quindi il divieto di prendere in moglie una o più “sorelle “
visto che la vita dell’uomo non si riduceva a 70-80
anni per i più robusti ma poteva superare quasi i mille anni e non esisteva
ancora il concetto di peccato o trasgressione negli atti umani .
Sulla terra in
pratica non c’era un ‘autorità incaricata di dirimere le questioni di convivenza e l’uomo singolo decideva ciò
che era bene o male fare, in base alla sua coscienza, dato che uno di loro
nella sua malvagità arrivò a dire : “Ho ucciso un uomo per una mia scalfitura e
un ragazzo per un mio livido . Sette volte sarà vendicato Caino ma Lamech
settantasette “ (Gen. 4 ,23). Quindi non esistevano ancora raggruppamenti di
famiglie con alla guida anziani che dirimessero questioni in base alla
tradizione dato che si conosceva bene l’origine da una sola coppia .Ma la
mancanza di un autorità che stabilisse la giustizia tra gli uomini portò alla
risoluzione divina di eliminare l’uomo dalla faccia della terra poiché i suoi
pensieri non erano altro che “ male “ (Gen. 6,2). Il
male per l’autore della Genesi, che non conosceva la legge posteriore ,
possiamo delimitarlo elencando alcuni giudizi da lui espressi . L’umanità era
diventata malvagia e omicida e la famiglia , primo nucleo sociale , era
disprezzata in quanto l’uomo vide “ le figlie dell’uomo e ne prese in moglie
quanto ne volle “ . Un uomo che fosse
campato 900 anni come Adamo e avesse preso tutte le moglie che avesse voluto ,
come avvenne per i discendenti di Caino , avrebbe riempito la terra in pochi secoli
. Quindi la vita umana fu ridotta al
massimo a 120 anni ( Gen.6,3).
Questa prima umanità senza alcuna autorità e senza nessun codice
morale esterno da osservare , fu quell’umanità che, molto probabilmente,
costruì le grandi piramidi egiziane , quelle più antiche , raggiungendo discreti
livelli tecnologici come attesta la stessa bibbia . Questi uomini , originariamente buoni per
natura , ma diventati perversi col tempo , non avevano alcuna autorità e
dettame morale esterno ; grandi costruttori ma divennero perversi nel tempo e, proprio in mezzo ad essi, Dio vide un uomo giusto,
Noè, che non potè sopprimere perché aveva conservato una bontà naturale come
Dio avrebbe voluto . Così Noè fu salvato insieme alla sua famiglia mentre il
braccio destro di Dio distrusse l’umanità con l’acqua, come attesta la stessa
erosione sulla Sfinge egiziana che ora
sorge in pieno deserto . Di questa umanità dei primordi che fu giustiziata da Dio a causa della sua
iniquità sono rimaste poche tracce che pian piano però stanno
emergendo, dove è attestata la loro grande capacità tecnologica rispetto
all’umanità posteriore, magari con una
vita più breve ma ben più regolata da
norme esterne . Però con la nuova umanità ,quella del dopo diluvio ,
discendente da un uomo giusto , Dio cambia registro : “Abele” non resterà più
impunito e non prevarrà più la legge della giungla o della forza, dove la
morale è dettata dalla coscienza dell’uomo che non ascolta i dettami della
ragione .
Questa volta Dio
prende delle precauzioni ordinando : “
Chi sparge il sangue dell’uomo,dall’uomo ( stesso ) il sangue sarà sparso
perché a immagine di Dio Egli è fatto “
(Gen. 9,6) . Non più quindi la
regola : “ nessuno tocchi Caino “ ma :
“Dio domanderà conto del sangue dell’uomo all’uomo stesso ! “ (Gen.9,5 ). Guai,
quindi , a chi lascerà libero Caino in circolazione ! Non è una morale diversa
attuata da Dio nei confronti della seconda umanità, ma solo il ricorso a un
sistema normativo precauzionale per aumentare la durata della vita umana sulla
terra . L’umanità che ha come
battistrada la legge naturale dura più a lungo perche è come una carrozza che
cammina sui binari di ferro già
tracciati . Sarà l’uomo stesso
incaricato di vigilare sul comportamento dell’uomo e , naturalmente, non sarà
il singolo uomo a farsi più giustizia da solo,ma sarà un’ autorità solo umana
che deciderà le “ cose umane “. Quindi sarà “l’uomo” che spargerà il sangue
dell’uomo iniquo e non viceversa . “ Occhio per occhio, dente per dente “
stabilirà più tardi il Levitico . Ecco allora incominciare ad approssimarsi
all’orizzonte una figura Terza che dovrà provvedere alla giustizia , anzi delle
norme non ancora scritte ; una specie di autorità imprecisata, incaricata di giustizia , chiamata dalla
stessa bibbia :“ il vendicatore
dell’uomo” . Con questa autorità Dio non devasterà più la terra anche se la
malvagità dell’uomo sarà grande . Sarà l’uomo stesso che , malvagio o non
malvagio, singolarmente nei suoi rapporti personali con Dio , attuerà una
giustizia, espressione di una giustizia divina
sull’uomo stesso e placherà la sua ira
perché Dio vedrà il sangue iniquo sparso e ne sarà consolato . (1 pezzo )
“IL SANGUE DELL’UOMO DALL’UOMO SARA’ SPARSO
! “ (Gen. 9,6)
Nell ‘articolo precedente abbiamo visto come Dio ai primordi
dell’umanità ,confidando in quella legge messa nell’ “intimo dell’uomo “ da Lui
stesso , richiede all’uomo soltanto che non diventi “autonomo “ rispetto al
bene e al male, in seguito però , dopo il peccato di Adamo ,non fidandosi più ,
mette dei Cherubini alati a guardia dell’uomo ,anzi limita il suo potere di decidere nella creazione sul
problema del bene e del male . Poi man mano che l’uomo affonda nel fango
Egli prende le dovute contromisure in maniera graduale . Successivamente al peccato di Adamo , si fida ancora dell’uomo e
impone una norma : “ nessuno tocchi Caino “, per far capire la linea etica
scelta con quella precedente umanità, dove non ha imposto alcuna autorità e
nessuna norma morale esplicita individuale , tanto che l’umanità arriva ad un
arbitrio morale testimoniato da uno di loro dalle parole : “ Ho ucciso un uomo
per una scalfittura e un ragazzo per un livido (Gen4,23).
Non solo, ma , man mano che l’uomo degenera moralmente,
Dio prende delle precauzioni preventive, sia accorciandogli la vita , sia
imponendogli il lavoro ; il dolore, i
figli . In pratica si è comportato come un tizio a cui gli hanno rubato la macchina
o scassinato la casa ; dopo mette l ‘antifurto all’auto e le porte blindate
alla casa . Non si fida più della libertà dell’uomo !
Quando poi la discendenza di Caino diventa così autonoma
da arrivare all’apice della degenerazione uscendo fuori dai binari tracciati
dalla legge naturale , questa umanità viene eliminata da Dio col diluvio universale
come ammonimento a tutte le future generazioni (Gen.7) .
Con la seconda umanità , cioè quella dopo il diluvio,
Dio però cambia registro e subito
pronunzia delle parole che lasciano prefigurare la futura
legge naturale scritta : “… domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo , a
ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dell’uomo dall’uomo il suo sangue
sarà sparso “ (Gen.9,6).
Con queste parole Dio concede all’uomo stesso di fare
giustizia del sangue e della vita del fratello ; guai ora quindi a chi lascerà
Caino in libera circolazione ! Non solo, ma l’uomo dovrà preoccuparsi dei
fratelli perché Dio chiederà conto della vita a chi gli è prossimo , cioè
l'uomo sarà sottoposto a un giudizio per questo, e ciò dipenderà dal ruolo e
dalla sua attività .-
In questa norma generale data da Dio alla seconda umanità,
notiamo una necessità da parte di Dio di stabilire delle norme etiche che
dovranno essere osservate . In altri articoli abbiamo dimostrato come queste
norme stanno già nell’intimo dell’uomo di tutte le razze e nazioni e c’erano già con la creazione dell’uomo . L’uomo dovrà farsi giudice dell’uomo e
punire il trasgressore . Ma chi dovrà giudicare che cosa ? Non si poteva essere
precisi su questo perché poteva essere il patriarca , l’anziano, l’eroe, un
padrone,lo sciamano , ecc. e tutto dipendeva dal tipo di società formatasi .
Chiunque avesse dei mezzi e godesse del prestigio personale,di imparzialità e
di coraggio, dell’onore in mezzo al
gruppo come garanzia della tradizione morale ed etica, poteva essere idoneo al comando e
giudicare . Chiunque in passato abbia
avuto delle preoccupazioni morali potremmo definirlo un uomo di onore, uomo
morale , cioè legato alla tradizione , quella che fa si che la società non
degeneri fino ad arrivare alla guerra ,alla fame,alla peste e al diluvio ;
anche quelli che hanno abusato delle norme e si sono arricchiti con quelle .
Tutte queste sciagure sono il colmo dell’ingiustizia tra uomo e uomo quando
raggiunge certi livelli di immoralità sociale e col tempo conducono alle guerre . Un
autorità , quindi , è quella forza che si preoccupa del “fratello “ ; ne
difende l’onore e colpisce l’ingiustizia con la spada permettendo il bene
comune e la garanzia del futuro dell'uomo sulla terra . Il potere perciò si preoccupa
di quell’arbitrato di giustizia naturale tra uomo e uomo , tra famiglia
e famiglia , tra società e società , autorità che gli viene trasmessa dai padri
di famiglia e dagli anziani . L’autorità non rappresenta nessuna classe
che dovrà opprimere un'altra classe ma rappresenta quell’ autorità
che persegue la giustizia; difende il povero se è oppresso
ma lo elimina se è iniquo, senza trovare scusanti e giustificazioni al male .
“Non commetterete ingiustizia in giudizio : “ non tratterai con parzialità il
povero ,né userai preferenze verso il potente ;ma giudicherai il tuo prossimo
con giustizia” (Num.19,15 ) ……. “né ti
lascerai condizionare nel giudizio da una maggioranza.”
Ecco che Dio , in seguito , sceglierà una
famiglia e da questa avrà origine un popolo .
Non appena questa famiglia diventerà numerosa da formare
un popolo autonomo, subito Dio donerà la Legge che dovrà osservare in quella terra . Con
la legge avrà una regola di vita sociale precisa e con delle autorità precise
che dovranno punire i trasgressori . La legge che prende corpo nelle
istituzioni dovrà garantire l’ordine e la giustizia tra fratello e fratello ;
dovrà occuparsi di salvaguardare il sangue e la vita del fratello ,quindi anche
la sua proprietà acquistata col sangue . Non sarà più un non identificato “
vendicatore del sangue “ che farà giustizia di Caino , ma solo un autorità
precisa che osserverà la legge . La giustizia avrà una linea precisa tracciata dalla legge e non da una
maggioranza o dall’arbitrio di un tiranno . ! In
questa società organizzata dalla legge , la politica si identifica ora con la legge stessa, la
retta osservanza ; ora con la stessa autorità che la rappresenta . L’ Autorità che si ispira alla giustizia, è quella forza
che stabilisce la norma , la legge , la giustizia violata e ne garantisce il
ricordo ; la difende e la conserva nel popolo attraverso le generazioni . Un’ autorità che non si ispira alla giustizia , è
formata da un gruppo di delinquenti che esercita il potere per il proprio
tornaconto .
(Agostino)