ALLA BASE DELLA SOCIETA’
POLITICA
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Andando alle origini della storia dell’uomo non è pensabile un uomo astratto
che si sia sviluppato singolarmente per generazioni e poi sia stato in grado di
fondare una famiglia perché una cosa del genere esce fuori dalla logica e
dall’immaginabile umano . Un uomo che si sia
sviluppato da solo esiste solo nelle artificiose catalogazioni di ossa che fa
una certa scienza romanzata le cui approssimazioni minime “certe “ e "affidabili" si calcolano
in centinaia di migliaia di anni . Prciò ,comunque sia andata all’origine della storia
dell’uomo, la prima organizzazione sociale autonoma e indipendente che bisogna
individuare, autosufficiente e completa, è stata
l’organizzazione familiare. In questo nucleo
familiare delle origini possiamo distinguere subito delle profonde
disuguaglianze tra i membri in quanto ognuno di essi era caratterizzato da
funzioni diverse e da ruoli diversi all’interno dello stesso nucleo o cellula
sociale . In essa possiamo distinguere una figura maschile
chiamata Padre, al quale venivano attribuite varie caratteristiche
o funzioni importanti, tra cui quello di generare e trasmettere il suo nome ai
figli e governare il nucleo; di procacciare il cibo per la sopravvivenza del nucleo, all' inizio di difesa della
stessa, nonché rappresentare gli interessi del gruppo sociale nella difesa o
nell’affermazione della cellula nei confronti degli altri nuclei famigliari .
Il Padre, quindi, esercitava un potere di guida e di
comando all’interno del nucleo . Egli era affiancato da una donna chiamata madre
o mogli che, oltre a generare i figli della stirpe, aveva un
ruolo importante e una funzione fondamentale per la sopravvivenza del nucleo e
nell'educazione e crescita della prole . Generalmente
questa compagna allevava i figli e aveva un ruolo insostituibile nel
renderli autonomi nella trasmissione delle tradizioni anche dopo che loro
erano in grado di riprodursi . I figli erano il frutto dell’unione di una coppia e seguivano i generanti nell’apprendere il
sistema di vita o come rapportarsi con gli altri nuclei famigliari secondo le
tradizioni ,questi organizzavano la vita sociale e di lavoro a secondo del
tipo di ambiente in cui si vedevano collocati . Così un nucleo che viveva in
una zona interna e boscosa di un territorio, per
procacciarsi da vivere aveva bisogno di unirsi per andare a caccia e
affrontare animali poderosi che altrimenti non avrebbe mai potuto abbattere .
Questi col passare degli anni e dei secoli, formarono
dei piccoli villaggi che ben presto vennero in conflitto tra loro, sia a causa
della spartizione dei luoghi della caccia,sia per avere un predominio nella zona
abitata, sia nella spartizione delle risorse disponibili nel territorio .
Questi primi nuclei, per forza maggiore, erano
caratterizzati da una grossa comunanza di vita a causa delle molteplici
difficoltà che un nucleo familiare da solo non avrebbe mai potuto affrontare ed
avevano più potere, all’interno di essi , i nuclei consanguinei più numerosi .
Queste attività comuni al di fuori del proprio nucleo
erano in genere sempre le stesse : spartizione del bottino e organizzazione
della caccia, opere comuni nella costruzione e difesa dall’ambiente a volte
ostile; difesa dagli altri nuclei familiari e sociali della stessa zona .
Il Padre cooperando a queste attività comuni,
assicurava la sopravvivenza e il cibo al proprio nucleo e permetteva la vita
alla sua discendenza. Diversa era invece
l’organizzazione sociale dei nuclei famigliari delle zone desertiche o
montagnose dove la stabilità era determinata non dalla caccia ma
dall’allevamento di bestiame,dove altri sistemi di vita, di difesa e di etica
del vivere erano tramandati . In questi nuclei molto numerosi, specialmente nel medio oriente ,era importante assicurare
alle mandrie delle fonti d’acqua , difenderli dalle fiere e dai predoni . Però
la vita di questi nuclei nelle opere di comunanza era
più ridotta e consisteva non solo in una difesa comune delle mandrie, ma anche
nello stabilire un sistema igienico-sanitario individuale e sociale per
evitare epidemie distruttive, data la stabilità in ambienti caldi dove
l’attività riproduttiva dei microrganismi unicellulari era molto elevata . Un
sistema religioso incorporava spesso queste norme e le
tramandava per mezzo della tradizione .Col passare dei secoli e dei millenni
questo nucleo familiare lo troviamo sempre più
allargato in organizzazioni civili territoriali composti da villaggi ,
borghi, città, leghe regionali, in nazioni, stati, imperi.L’organizzazione di
sopravvivenza e di predominio all’interno di questi nuclei aggregati di
famiglie , sempre più numerosi, tanto era possibile quanto più erano capaci di
darsi leggi giuste che rispettavano la maggioranza dei nuclei familiari che li
componevano. Così l’autorità che aveva il Padre nel difendere il bene
comune all’interno dei nuclei era trasferita a
livello di villaggio a un giudice o a uno stregone , oppure a chi manifestava
maggiori abilità nella caccia, oppure a chi aveva meglio saputo difendere gli
interessi del clan o del borgo nella difesa dai predoni o dai nemici storici
del proprio nucleo sociale . Spesso l’unità di azione e vivacità che un capo sapeva imprimere al proprio nucleo da lui
comandato era determinante alla sopravvivenza stessa di quell’ aggregazione
sociale e alla propria fortuna. Con la scoperta del potere economico e militare
della scrittura attraverso i millenni fu possibile
l’aggregazione e l’unità di sempre maggiori nuclei all’interno di un territorio
con regole comuni e tradizioni essenziali alla propria sopravvivenza. Le leghe
di stati o di città erano molte , ma avevano il
predominio tra esse quelle più numerose e in grado di avere norme scritte
di vita comune, la trasmissione militare veloce degli ordini di un comando
capace di raggiungere zone molto lontane tra loro . Un editto scritto a
mille km di distanza rendeva presente il potere stesso e assicurava l’ordine e
il bene comune in una determinata regione .E’ logico
che man mano che aumentava l’organizzazione sociale e diveniva più numerosa una
regione, era essenziale il rispetto di norme e leggi fisse sia per la convivenza
delle famiglie con una giustizia imparziale, sia per l’organizzazione militare
del territorio , sia per le norme igienico sanitarie da
rispettare per evitare l’estinzione di una stirpe in un territorio. Così
nacquero forme stabili di categorie sociali adibite a un determinato
compito . Essenziale per la
sopravvivenza dei nuclei era avere norme comuni di comportamento sociale nella
riproduzione sessuale del nucleo, norme igienico-sanitarie, militari , da
tutti accettate con le quali l’autorità governava i vari settori della
vita pubblica . Non tutti gli aggregati sociali avevano norme scritte , ma quelle più evolute capirono subito l’importanza per la
propria sopravvivenza, cosi come in molte mancavano le applicazioni in tutti i
settori del vivere comune di norme che invece altre avevano . Caratteristica di
queste norme che variavano nei modi di manifestarsi da
luogo a luogo e da stirpe a stirpe , era la giustizia tra uomo e uomo , tra
famiglia e famiglia , tra villaggio e villaggio, tra regione e regione , tra
stato e stato . Le norme ispirate a una giustizia Terza
, cioè al di sopra delle parti, scaturivano da un ragionamento giusto
della stessa logica umana , spesso dettate dalla ragione consistente nel dare
e nell’avere ( con una giustizia in funzione della proprie identità. Ecco
che una giustizia poteva essere chiamata in forma
elementare : “ occhio per occhio dente per dente “, che non era vendetta
personale , ma il peso o il prezzo che l’autorità aveva per misurare un azione
giusta al di sopra delle parti . Una giustizia non più personale , ma collettiva , adatta a tutti . E' qui che
l'uomo incomincia a individuare quello che sarà definito
: DIRITTO NATURALE . Ecco che l’autorità del Padre di famiglia,
trasferita a un’ organizzazione sociale più perfetta
nello stabilire norme di convivenza e sopravvivenza buone per tutti, si
rifaceva a norme valide per tutti ( katà toutos), ispirate a una giustizia naturale molto semplice
ed elementare e dettate da una stessa dinamica : ciò che era giusto per tutti e ciò che bisogna
fare per vivere in comune. Era la legge naturale! A ogni azione
dell’uomo doveva corrispondere una norma che doveva in molti casi individuare un
“ prezzo” giusto di quella determinata azione . L’autorità, che aveva anche il potere di vita o di
morte , pesava le azioni umane con delle leggi che
scaturivano da un ragionamento giusto della logica umana . Spesso
poteva capitare che un gruppo o un nucleo di famiglie si sentiva minacciato da
norme che ritenevano non frutto di una logica giusta
e, magari, dopo aver manifestato le proprie ragioni , si ribellavano spaccando
l’unità di vita di un aggregato sociale . Nasceva così la guerra interna e la
necessità di ristabilire l’unità e l’ordine sociale minacciato dalla divisione
perché non era immaginabile vivere con due ordini di azioni diverse o in
opposizione tra loro e non c’entra proprio nulla la
legge della giungla ,dove un animale doveva prevalere su un altro animale solo
per ragioni di sopravvivevna; un uomo su un altro
uomo e una classe sull’altra . Quest’ultimo esempio
, quello della classe, rappresentava interessi di nuclei famigliari e
sociali temporanei, che volevano avere più potere e stabilire regole o più
giuste secondo la comune razionalità umana della legge del dare e dell’avere , o
più vantaggiose per la propria aggregazione sociale , indipendentemente dalla
logica del diritto del piu forte . Per concludere,
le aggregazioni sociali che hanno avuto più successo nella storia sono state quelle che hanno saputo aggregarsi meglio
attraverso norme giuste per dominare l’ambiente e dettare norme di
sopravvivenza idonee al vivere sociale . Infatti
quando determinati gruppi e aggregazioni erano particolarmente efficienti
nell’organizzazione militare, spesso non lo erano riguardo al resto
dell’organizzazione sociale ,quindi finivano per impararle dalle popolazioni
che loro stesso avevano sottomesso . Utile sarebbe capire come si innesta il
discorso religioso all’interno di questo contesto umano della storia dell ' uomo che , certamente, per
avere una possibilità di appartenenza deve rifarsi proprio a quel concetto di
giustizia giusta che determina la vita e gli atti degli uomini all’interno dei
loro contesti sociali . c.e.
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